Impariamo a migliorare la nostra autostima

L’essere umano tende a definirsi in base a quello che fa e agli errori che commette, ma questa è una visione totalmente errata; infatti l’uomo non è il suo errore e non si limita a essere ciò che compie.

Certo, può accadere che gli altri ci giudichino in base alle nostre azioni.

In certe situazioni è quasi inevitabile. Se dobbiamo affrontare un esame o un colloquio di lavoro saremo valutati in base alla nostra prova, e non per quello che sono realmente le nostre conoscenze o capacità. Una prova però può andar male per tanti motivi e al di là del risultato solo noi possiamo essere in grado di capire quanto siamo realmente preparati e capaci.

Questo approccio vale in ogni ambito della nostra vita: possiamo commettere errori, ma questo non deve farci perdere di vista che gli errori che commettiamo non siamo NOI non possono essere totalizzanti e definire la nostra identità.

Quando siamo molto insicuri o abbiamo una bassa autostima diventa difficile per noi capire e accettare chi siamo.

La nostra autostima nasce e si sviluppa tramite il confronto costante che noi facciamo tra quello che percepiamo come il nostro sé ideale e quello che per noi è il nostro sé reale. Da una parte quindi c’è quello che vorremmo essere, dall’altra c’è quello che crediamo di essere. Quando percepiamo molta distanza fra questi due livelli la nostra autostima ne risente. Vorremmo essere diversi, migliori; ma ogni tentativo di miglioramento fallisce in partenza, perché non reggiamo il confronto con i nostri limiti e i nostri sbagli. Inoltre, poichè la nostra autostima dipende molto ed è fortemente influenzata dalle nostre relazioni personali, lasciamo ai giudizi degli altri la possibilità di definire i nostri valori, i nostri meriti e demeriti e le nostre qualità. Questo in particolare può accadere con le persone che per noi hanno un valore affettivo, ma non solo molte volte ci influenzano anche persone che non hanno per noi un valore particolare.

Per alcuni di noi le situazioni di bassa autostima possono essere momentanee e legate a particolari eventi della nostra vita Per altri si tratta di una sensazione costante che ci portiamo dietro fin dalla nostra infanzia.

Una bassa autostima può condurre alla ricerca di persone che sostengono e fanno sentire meno inadeguati, ma questo alla lunga diventa una relazione a “stampella” la persona che si appoggia all’altra si sentirà sempre più vuota e piena di sensi di colpa, non riuscirà a sentirsi un a persona degna di essere amata per quella che è questa dimensione di vuoto carico di colpa la porterà a distruggere la relazione.

A volte una bassa autostima si forma nell’ambito di una relazione “tossica”, dove un partner abusa emotivamente e verbalmente dell’altro. In questo tipo di relazioni la vittima si svaluta e sviluppa forti insicurezze e sensi di colpa. Queste sensazioni possono rimanere anche alla fine del rapporto, e condizionare le relazioni future; infatti è molto facile che dopo di relazioni di questo genere la persona cerchi di rivivere l’emozioni parassitarie e copionali che ha imparato a vivere fin dall’infanzia. La persona in questione si trova così ad alternare relazioni con persone che confermano continuamente il basso giudizio che diamo a noi stessi, e di cui diventiamo vittime nella speranza illusoria di dimostrare a loro, e quindi a noi stessi, il nostro valore.

La nostra autostima può avere quindi un ruolo molto importante, qui possiamo vedere i sei pilastri dell’autostima:

il primo, bisogna vivere consapevolmente, ovvero essere consapevoli delle nostre azioni nel momento in cui le facciamo.

Il secondo pilastro è l’auto-accettazione: la pratica di accettare i nostri pensieri, emozioni e comportamenti, rispettarli e credere in essi.

Il terzo pilastro è l’auto-responsabilità: è la pratica di accettare la responsabilità del nostro agire e degli effetti che possiamo causare, buoni o cattivi che siano.

Il quarto pilastro è l’auto-assertività, ovvero trattare i nostri bisogni e interessi con rispetto, ed esprimerli in modo appropriato.

Il quinto pilastro è il vivere volutamente: saper formulare obiettivi e progetti, e mettere in atto i passi necessari per poterli raggiungere.

Il sesto pilastro è l’integrità personale, cioè fare in modo che i nostri comportamenti siano coerenti con le nostre convinzioni.

Chiaramente non è sempre facile essere capaci di mantenere una buona autostima; infatti il nostro livello di autostima è fluttuante e è comunque influenzato dalle relazioni attuali, ma anche dalle relazioni che sono state vissute con le figure genitoriali, con i care giver.

Un bambino che ha sviluppato il suo stile di attaccamento con delle figure di riferimento non proprio sicure tenderà ad avere uno stile di attaccamento insicuro o evitante o ambivalente (A/C) questo lo porterà a sentire di dover essere il genitore o di sé stesso o dei suoi genitori stessi così facendo diventa o molto isolato o molto compiacente, ma in ogni caso non riuscirà a sviluppare in maniera autonoma e libera la sua autostima perché comunque sia tenderà a dipendere da qualcuno, il suo LOCUS OF CONTROL sarà comunque esterno e non interno. Per chiunque è necessario sentire di essere OK così come siamo per poter lavorare su noi stessi e aumentare l’empowerment cioè il senso di “potere” giusto che ognuno di noi merita di avere sulla propria vita.

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