Claustrofobia

Claustrofobia: come affrontare la paura degli spazi chiusi

La claustrofobia, derivante dalla parola latina “claustrum” che significa luogo chiuso, è una fobia specifica di tipo situazionale che si manifesta con una paura intensa e irrazionale degli spazi ristretti o affollati. Sebbene non sia rara, questa fobia può variare notevolmente da persona a persona e avere un impatto negativo significativo sulla qualità della vita di tutti i giorni. 

In questo articolo a cura del Dottor Compagnone, esploreremo nel dettaglio che cos’è la claustrofobia, quali sono i sintomi, le cause e le possibilità di trattamento per superarla.

Definizione di claustrofobia: cos’è e come si manifesta

La claustrofobia è una fobia caratterizzata dalla paura degli spazi chiusi e ristretti, come ascensori, gallerie, stanze senza finestre o persino apparecchiature mediche come la risonanza magnetica (RM) o la tomografia assiale computerizzata (TAC). 

La persona claustrofobica tende a percepire questi spazi come molto più stretti e soffocanti rispetto a chi non soffre di questa fobia. 

Una delle principali preoccupazioni di chi vive con la claustrofobia è la paura di rimanere intrappolati in uno spazio senza abbastanza aria, che potrebbe portare a un’asfissia, o persino alla morte. Alcuni individui sviluppano persino il timore che le pareti si chiudano su di loro.

Claustrofobia: causa di disagio e angoscia

Per comprendere meglio la claustrofobia, è essenziale sottolineare che questa fobia non è semplicemente una paura dei luoghi chiusi. È una condizione caratterizzata da una percezione distorta dello spazio

Anche se l’ambiente può essere oggettivamente adeguato, chi soffre di claustrofobia lo percepisce come angusto e soffocante. Questo aspetto è fondamentale perché spiega perché, persino in situazioni in cui altre persone non sperimenterebbero disagio, il claustrofobico si sente angosciato.

Cause della claustrofobia

Le cause precise della claustrofobia non sono del tutto chiare, ma diversi fattori possono contribuire al suo sviluppo. 

Gli eventi traumatici, come essere bloccati in ascensore, in uno spazio ristretto o affollato per un periodo prolungato, l’esperienza di turbolenze durante un volo o persino essere stati rinchiusi, da bambini, in spazi angusti o ripostigli, possono innescare questa fobia.

 

L’associazione tra spazi chiusi e paura può anche derivare da esperienze dell’infanzia, come bullismo o maltrattamenti da cui la persona non poteva sfuggire.

Se un bambino cresce con un genitore o un familiare claustrofobico, ha un rischio maggiore di sviluppare la stessa fobia. L’osservazione di un modello di paura nei membri della famiglia può contribuire a innescare la paura stessa. Inoltre, se un bambino vede una persona importante per lui mostrare paura in situazioni claustrofobiche, può iniziare ad associare situazioni simili a sensazioni di ansia e paura, contribuendo così allo sviluppo della fobia.

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Sintomi della claustrofobia

La claustrofobia è associata a una serie di sintomi fisici ed emotivi che si manifestano quando una persona è esposta a situazioni avvertite come fonte di ansia e pericolo. 

Tra i sintomi comuni di claustrofobia troviamo sudorazione eccessiva, tremori, palpitazioni, sensazione di soffocamento, nausea, vertigini e una paura intensa. Alcune persone possono sperimentare sensazioni di derealizzazione o depersonalizzazione, che possono contribuire a intensificare la paura.

 

È importante sottolineare che i sintomi della claustrofobia possono variare notevolmente da persona a persona. Mentre alcuni individui possono sperimentare una lieve ansia o disagio in spazi chiusi, altri possono sviluppare sintomi molto gravi, compresi attacchi di panico. La sudorazione eccessiva, i tremori e le palpitazioni sono comuni e rappresentano reazioni fisiologiche all’ansia.

 

Inoltre, molti claustrofobici sviluppano comportamenti di evitamento. Questi comportamenti comprendono il rifiuto di utilizzare ascensori, la scelta di percorrere lunghe distanze, invece di viaggiare in metropolitana, o il timore costante che le porte si chiudano mentre si trovano in una stanza. Tali comportamenti sono una strategia di coping per evitare situazioni che innescano la paura, ma, alla lunga, possono limitare notevolmente la vita di chi ne soffre e di chi vive con loro.

Come superare la claustrofobia

La claustrofobia può essere trattata con successo, aiutando le persone a riguadagnare il controllo sulla propria vita. Il trattamento più efficace è spesso la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che si concentra sulla gestione dei pensieri negativi legati alla claustrofobia. Attraverso la CBT, i pazienti apprendono a riconoscere e modificare i pensieri irrazionali legati alla paura, consentendo loro di affrontare meglio le situazioni temute.

Questo processo aiuta a cambiare la risposta emotiva alle situazioni temute, consentendo alle persone di affrontarle con meno ansia.

 

Oltre alla CBT, la terapia emotiva comportamentale razionale (REBT) è un’altra forma di terapia che può essere efficace per la claustrofobia. Questo approccio si concentra sul presente e mira a affrontare gli atteggiamenti, le emozioni e i comportamenti dannosi, inclusa la contestazione delle convinzioni irrazionali. Consente ai claustrofobici di sviluppare alternative sane e realistiche alle loro paure.

 

Le tecniche di rilassamento e visualizzazione sono spesso utilizzate per aiutare le persone a ridurre l’ansia durante le situazioni claustrofobiche. Queste tecniche insegnano a mantenere la calma attraverso la concentrazione e la respirazione controllata. Possono essere particolarmente utili per calmare l’ansia in situazioni di stress.

Superare la claustrofobia si può: l’importanza di chiedere aiuto

La claustrofobia è una fobia specifica di tipo situazionale che può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana delle persone. Tuttavia, grazie a terapie efficaci come la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia emotiva comportamentale razionale, è possibile superare questa fobia e vivere una vita più libera da ansie e paure.

 

Riconoscere la claustrofobia e cercare aiuto da un professionista può essere il primo passo verso il recupero. Con il giusto supporto, le persone affette da claustrofobia possono imparare a gestire meglio le situazioni temute e a vivere una vita più soddisfacente. 

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