Adolescenti e social

Adolescenti e social: la vetrinizzazione sociale.

I social network sono il luogo della vetrinizzazione sociale, il luogo che tutti noi e specialmente i nostri giovani viviamo in una modalità “disincarnata”.

Questa modalità di approcciarsi al vivere una multidimensionalità non corporea può portare alla sperimentazione di diversi Sé con la possibilità di non incorrere in rischi eccessivi fino ad arrivare ad una integrazione della personalità, ad una maturazione cognitiva, emotiva e comportamentale.

Esiste contemporaneamente il rischio che chi vive continuamente una dimensione virtuale possa sviluppare una forma interiorizzata di identità molteplici e fluide, cosa che potrebbe portare al rischio di dissociazioni e derealizzazioni, ma anche alla possibilità di perdere l’esame di realtà così fortemente, da integrare nella vita reale la vita virtuale e agire comportamenti come non ci fosse una separazione, un confine.

L’uso costante e massiccio dei social e di internet in genere piò portare ad una vera dipendenza l’ IAD, internet addiction disorder, all’interno di questa dipendenza possiamo ritrovare: la dipendenza da smartphone, sex addiction, gambling addiction ect.

Un altro concetto da tener in considerazione è il concetto di rete: la rete può essere a maglie strette e a maglie larghe. Nel primo caso il soggetto sente molto sostegno, ma non sempre questo tipo di rete è capace di essere liberante, anzi il più delle volte risulta essere regressiva e deresponsabilizzante per il soggetto.

Dal concetto di rete è facile arrivare alla dimensione definita small world, in questa specifica dimensione vissuta sui social gli appartenenti a questi loro “piccoli mondi” alcune volte vivono dei pensieri unici e determinati attraverso le cosidette “bolle di filtraggio”, le Bubbles.

Le Bolle di filtraggio sono sistemi che portano a confermare in continuazione, grazie al sistema di profilazione degli utenti, le idee che ognuno di noi ci facciamo sul mondo, così “click dopo click” gli utenti hanno sempre davanti ai loro occhi le notizie che avvalorano le loro credenze, ed escludono le informazioni che sono in contrasto con il loro punto di vista.

Da questo momento nasce il networked flow; cioè un pensiero unico, un’intenzione unica, soggettiva, che diviene collettiva, guida l’azione di gruppo per cui la massa prende per vero è unico il solo pensiero dominante.

La definizione di massa acefala si ritrova nella storia e il più delle volte la massa si ritrova a seguire in maniera deresponsabilizzata.

L’educazione all’uso dei social è demandata totalmente alla famiglia, ma la stessa famiglia che dovrebbe contenere e rassicurare, oggi deve essere contenuta e rassicurata, Lacan direbbe che “la famiglia è evaporata”, oggi più che mai siamo davanti alla crisi delle asimmetrie della diade genitori figli e questo non è un bene perchè risulta esserci troppa prossimità tra genitori e figli, un dissolvimento eccessivo dei confini educativi, come dice bene Recalcati; i confini ci devono essere, devono essere porosi, ma è necessario che ci siano.

L’importanza è stare nella relazione, l’importante è esserci come coppia genitoriale che vede il proprio figlio/a e sente il bisogno di relazione e appartenenza. Molte volte lo stare davanti a internet è sintomo di enorme bisogno di relazione, di appartenenza, d’intimità emotiva, ma come diceva un film “il problema non è il problema, ma il modo di vedere il problema”, davanti agli adolescenti che si chiudono davanti a i social, è necessaria la pazienza di mettersi un passo dietro loro e di restare lì con pazienza e determinazione.

Minuchin dice: “la famiglia è la matrice dell’identità relazionale, per questo il vivere in famiglia è emblematico di tutte le relazioni attuali e future”

E’ necessario che i genitori non abdichino al loro ruolo di guida educativa e che il bambino non sia il bambino – re di cui parla Gauchet nel suo trattato: “Il bambino-re”.

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